Gimbe, flop annunciato per il semestre filtro a Medicina
Cartabellotta, "Ora costretti al 6 politico, ma il problema non è la carenza di medici"
"Il flop annunciato di una riforma superflua". Così la Fondazione Gimbe definisce la riforma dell'accesso ai corsi di laurea in Medicina con l'introduzione del semestre filtro. In un'analisi pubblicata questa mattina, Gimbe sottolinea come la riforma non solo ha mostrato serie criticità, ma era superflua poiché non incide sui principali problemi legati al personale sanitario. "Il problema italiano non è rappresentato dalla mancanza di medici in termini assoluti, ma dal loro progressivo abbandono del Servizio sanitario nazionale e da carenze selettive, perché sempre meno giovani scelgono la medicina generale e alcune specialità cruciali, ma poco attrattive", afferma il presidente Gimbe Nino Cartabellotta. Secondo l'analisi Gimbe, l'Italia ha una dotazione di medici che, con 5,4 professionisti ogni 1.000 abitanti la situa al di sopra della media Ocse e dei paesi europei. Neanche per il futuro sono previste carenze poiché l'aumento dei posti nei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, cresciuti del 51% solo negli ultimi 3 anni, è più che sufficiente a compensare i pensionamenti attesi. Anzi, "il forte incremento degli accessi rischia di produrre, nel medio-lungo periodo, un numero di laureati superiore alle reali capacità di assorbimento del servizio sanitario", precisa Cartabellotta. La riforma non incide, invece, sulla fuga dal servizio sanitario: quasi 93 mila medici, pari al 29,4% del totale, non lavorano nel servizio pubblico, come dipendenti o convenzionati, né risultano inseriti in percorsi formativi post-laurea. Non produce benefici nemmeno sulla carenza di medici di medicina generale, settore in cui, secondo Gimbe, mancano 5.575 unità. La riforma Bernini, "lanciata con slogan populisti", "ha alimentato l'illusione che laureare più medici fosse la panacea per risolvere i problemi del servizio sanitario nazionale. I dati raccontano invece una realtà ben diversa", aggiunge Cartabellotta. Ora, si ipotizza una sanatoria che ne "certifica il fallimento": si passa" dall'ambiziosa pretesa di una selezione basata sul merito all'inevitabile compromesso del 6 politico", conclude Cartabellotta, che auspica "una riforma della riforma".
C.Jaggi--BD